Primi appuntamenti per l’Adriatic-Ionian Festival of Theatre on intangibile heritage che conclude il progetto Adnich

Lunedì 1 marzo, con un incontro d’apertura in diretta su Youtube (Adriatic-Ionian Festival Adnich project), ha preso il via l’Adriatic-Ionian Festival of Theatre on intangibile heritage. Fino al 29 marzo, con un fitto programma online di spettacoli, proiezioni e incontri, il festival concluderà il progetto internazionale ADNICH – Adriatic Network of artistic production for the development and enhancement of Intangibile Culturale Heritage, finanziato nell’ambito del programma europeo transfrontaliero Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro.

L’obiettivo del progetto che, guidato dal Royal Theatre Zetski Dom di Cetinje in Montenegro, coinvolge Qendra Event e l’Università delle Arti di Tirana in Albania e l’International Theatre Institute – Italia e il Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento, è stato quello di creare una rete culturale del Sud Adriatico tra Italia, Albania e Montenegro, al fine di valorizzare il patrimonio comune attraverso l’arte e il teatro, mettendo in connessione e facendo dialogare le diverse anime dei luoghi attraverso opere e creazioni transfrontaliere. Il progetto ha promosso numerose iniziative per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo dell’audience development  e della creazione di performance teatrali originali nelle tre aree geografiche coinvolte dal Programma, ottenendo grande riscontro ed ottimi risultati in termini di coinvolgimento di artisti, attori ed audience internazionali.


L’Adriatic-Ionian Festival of Theatre on intangibile heritage era stato concepito come un momento di confronto e di scambio delle performance teatrali ed artistiche maturate durante il progetto. A causa della situazione attuale dovuta al Covid19, il Festival ha però cambiato pelle e si terrà esclusivamente online in diretta su Youtube (Adriatic-Ionian Festival Adnich project).
 
Mercoledì 3 alle 10:30 il festival ospiterà la presentazione del Centro montenegrino dell’International Theatre Institute – UNESCO. Dopo l’introduzione del segretario generale dell’ITI Tobias Biancone, l’incontro – coordinato da Fabio Tolledi (Presidente del centro italiano e vicepresidente per l’Europa della rete mondiale dell’ITI e direttore artistico della compagnia salentina Astragali Teatro) – ospiterà la presidente e una rappresentante del Centro montenegrino Natasa Kraljevic e Jelena Markovic. Fondata nel 1948 a Praga, da esperti di teatro e danza dell’UNESCO, l’International Theatre Institute, unica organizzazione non governativa, operante in ambito culturale, in relazioni formali con l’UNESCO, è presente con Centri Nazionali in circa 100 Paesi, ed ha come obiettivo lo sviluppo di pratiche di cooperazione tra artisti e istituzioni teatrali a livello internazionale, per consolidare collaborazioni tra operatori culturali di tutto il mondo e favorire il dialogo interculturale. Mission primarie dell’ITI sono la promozione della pace attraverso l’arte, il sostegno dell’innovazione nelle arti performative, la valorizzazione delle diversità culturali, il rispetto dei diritti umani nel campo delle arti dello spettacolo. Tra le più note iniziative promosse a livello mondiale dall’International Theatre Institute figurano la Giornata Mondiale del Teatro (27 marzo), l’International Dance Day (29 aprile), il Theatre of Nations, dove si sono esibiti per la prima volta in Occidente, dopo la seconda Guerra  mondiale, l’Opera di Pechino, il  Berliner Ensemble, il Teatro Kabuki, il Teatro d’Arte di Mosca.

Da venerdì 5 a domenica 7 marzo in scena tre spettacoli prodotti dall’International Theatre Institute – Italia.

Venerdì 5 marzo (ore 19) il week end si apre con “Il cantico dei cantici per lingua madre” con Roberta Quarta e Simonetta Rotundo, affiancate dalla musica dell’Ensemble Montesardo composto dai soprano Ludovica CasilliKairi Kosk e dai musicisti Livio Grasso e Luca Tarantino, con un repertorio dei compositori Salomone Rossi Hebreo (“Libro primo di madrigali a cinque voci per cantar col chitarrone, Venezia 1600”) e Girolamo Melcarne detto Il Montesardo (“Amphiteatrum angelicum, Venezia 1612”). Tra i testi più misteriosi e segreti della tradizione sapienziale, presente nella Bibbia ebraica e cristiana, incessante canto d’amore dell’amata verso il suo amato e dell’amato verso la sua amata, “canto assoluto di amore e di conoscenza” il Cantico, in ebraico Shir hashirim, in latino Canticum canticorum, già nel nome dice il suo essere il più sublime di tutti i canti, il suo adagiarsi tra le nuvole. Un sublime che percorre, intatto, la riscrittura in neosalentino, centrata essenzialmente sulla forza sonora della lingua.
 
Sabato 6 marzo (ore 19) “Mater Medea” con Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Matteo Mele, Samuele Zecca. «Abbiamo accolto la figura di Medea e delle sue numerose interpretazioni nei secoli. Il punto da cui siamo partiti sono le parole di Christa Wolf e di Adriana Cavarero, di Hanna Arendt e Judith Butler » dice Roberta Quarta. «Queste scritture dense e immaginifiche si annodano, ora, al sentire, ai sogni ed ai desideri delle comunità coinvolte nel progetto. Non è più possibile distinguere passato, presente e futuro. Tutto è intrecciato. E il desiderio si sfibra dinnanzi alla sete di potere», prosegue l’attrice. «Medea/Madre cerca di sfuggire all’insulto della Storia che l’ha voluta per secoli fissata nell’orrore dell’infanticidio. La sua sola possibilità sta nel riannodare le storie, lo sguardo che ridona al mondo una poetica resistenza. La resistenza dell’amore – ancora una volta – svia il potere e la sua misera insaziabilità. Sarcasmo di ogni festa».
 
Domenica 7 marzo (ore 19) “Fimmene!“, spettacolo che nasce da una lunga ricerca sui canti popolari salentini condotta dalla cantante Anna Cinzia Villani, in particolare su canti di donne e che parlano delle donne: canti di lavoro e d’amore, canti di nostalgia, canti di lotta e desiderio. Questi si intrecciano sonoramente alle melodie che parlano di noi, di antichi gesti, della voce che forte trascorre sulla terra e va verso il cielo, verso il mare. Voci di donne che cantano la parola con grazia, coraggio e ironia e attraversano, cambiando, i tempi.
 
Lunedì 8 marzo alle 10:30 il Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento promuove l’incontro “Social and cultural relations across the adriatic sea” con la partecipazione del direttore del dipartimento Mariano Longo, del professore Alessandro Isoni e del ricercatore Simone Rollo. Interverranno anche Alert Celoaliaj (University of Arts di Tirana),Pjeter Guralumi e Edlira Celiku (Qendra EVENT) e Fabio Tolledi (Presidente dell’Iti – Italia).

Da venerdì 12 a domenica 14 dal Montenegro appuntamento con gli spettacoli “Sailor rebellion” (12 – ore 19) e “Son” (14 – ore 15) e con la proiezione del documentario “Tihi Dom” (13 – ore 19) , realizzato dagli studenti dell’Accademia di Belle arti di Cetinje. Da venerdì 19 a domenica 21 dall’Albania spazio alla contaminazione tra parole e suoni “Sound and verses” (19 – ore 19), il cortometraggio “21001 Days” (20 – ore 19) e il trittico “Blood Handcuffs” (21 – ore 19). Il programma si concluderà il 29 marzo alle 16 con una conferenza finale con la partecipazione di tutti i partner.