Buio in sala di Massimiliano Cignitti (Dodicilune)

Prodotto nella collana Controvento dall’etichetta Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe, martedì 1 febbraio esce “Buio in sala” di Massimiliano Cignitti featuring Nguyên Lê, Grégoire Maret, Edmar Castaneda e Mark Colenburg. Il bassista romano propone dieci composizioni originali, immaginate come ipotetiche colonne sonore dedicate e ispirate a personaggi della storia del cinema, e due brani dell’indimenticabile Nino Rota (“O Venezia, Venegia, Venusia” dal film “Il Casanova di Federico Fellini”) e del compositore, pianista ed etnomusicologo ungherese Bela Bartok (“Music for Strings, Percussion and Celesta”, tema utilizzato dal regista Stanley Kubrick per il film cult “Shining”).

Nel progetto discografico il musicista è affiancato dalla band composta da Mauro Scardini (piano e tastiere, autore della conclusiva “Sentimento del tempo”), Giancarlo Ciminelli (tromba e flicorno), Marco Guidolotti (sax, flauto) e Marco Rovinelli (batteria) e impreziosita dalla presenza di Nguyên Lê. Il chitarrista franco-vietnamita, riconosciuto per la cifra stilistica che coniuga sapientemente i ritmi della musica rock, jazz e funk con quelli delle sonorità nordafricane, vietnamite e indiane, negli anni ha collaborato con Michel Portal, Dave Liebamn, Ray Charles, Trilok Gurtu, Renaud Garcia-Fons, Paolo Fresu e altri nomi del jazz internazionale.

Ospiti in alcuni brani anche l’armonicista svizzero Grégoire Maret, considerato da molti l’erede di Toots Thielemans, vincitore di un Grammy Award con il Pat Metheny Group e collaboratore, tra gli altri, di Herbie Hancock, Cassandra Wilson, Prince, Sting, Elton John, Jimmy Scott, Tito Puente, Steve Coleman, Kurt Elling, l’arpista colombiano Edmar Castaneda, che ha lavorato, solo per fare qualche nome, con Rickie Lee Jones, Sting, Paco de Lucía, John Scofield, John Patitucci, Ivan Lins, e il batterista statunitense Mark Colenburg, vincitore del Grammy Award con il progetto “Robert Glasper Experiment”, che ha suonato con Cecil McBee, Chico Freeman, Kenny Garrett, Stefon Harris, Mos Def, Lauryn Hill, Amel Larrieux, Kurt Rosenwinkel, Lalah Hathaway, Macy Gray e altri.

Completano la line up Paolo Alimonti (chitarra), Roberto Schiano (trombone), Valentina Petrossi, Federica Zavaleta, Susanna Stivali (voce) e il quartetto d’archi formato da Diego Matthey (1° violino), Aurianne Philippe (2° violino), Claire HÉlÈne Rignol (viola) e ThÉmis Bandini (violoncello).

Dopo l’apertura riservata a Nino Rota il disco prosegue con i brani “Nostalgia del presente” (titolo tratto da una poesia di Jorge Luis Borges) dedicato al cinema visionario di Elio Petri e Gian Maria Volontè, “Un’eclisse”, che guarda al mondo di Michelangelo Antonioni e Wim Wenders, “Tanguedia 2020”, pensata per Fernando Solanas, regista argentino morto a causa del Covid-19 nel dicembre 2020, e Astor Piazzolla, autore di tante musiche dei suoi film, “Shaft is back”, ispirata al cinema blaxploitation degli anni ’70. La title track, unica canzone del brano con testo di Cignitti affidato alla voce di Valentina Petrossi, evoca il cinema come “fabbrica dei sogni” per le generazioni degli anni ’60, il mondo della Dolce Vita, il sogno di stelle irraggiungibili, lo schermo come possibile realtà dove rifugiarsi, immaginando una vita migliore. Dopo “Ennio’s dream”, omaggio a Ennio Morricone, il cd è completato da “Choro per Glauber”, che rimanda a Glauber Rocha, regista, scrittore, poeta, agitatore rivoluzionario del Cinema Novo brasiliano, “JLG”, iniziali del Maestro della Nouvelle Vague francese Jean Luc Godard, “Snaporaz”, nomignolo affibbiato a Marcello Mastroianni da Federico Fellini, e le già citate “Music for strings, celesta and percussion” di Bela Bartok e “Sentimento del tempo”, epilogo firmato da Mauro Scardini.

Romano, classe 1972, Massimiliano Cignitti intraprende lo studio del basso elettrico nel 1991 alla Città della musica di Tivoli sotto la guida di Claudio Zanghieri. Prosegue i suoi studi alla Scuola popolare di musica di Testaccio frequentando tra gli altri i corsi di Luca Pirozzi, Sandro Satta, Stefano Arduini, Carlo Mezzanotti, Giovanna Marini. È stato membro della Testaccio Jazz Orchestra diretta da Claudio Pradò con la quale si è esibito nel dicembre 1999 accompagnando un solista di fama internazionale come il trombettista Marvin Stamm. Ha studiato con Marco Siniscalco e Pietro Ciancaglini e ha partecipato a numerose clinics (Berklee school clinics at Umbria jazz 97-98, Siena Jazz 99), avendo la opportunità di studiare con Furio di Castri, Enrico Pieranunzi, Giancarlo Schiaffini, Giovanni Tommaso, Bruce Gertz, Jim Kelly, Larry Monroe). Ha preso parte a seminari di Alain Caron, Gary Willis, Bobby Mc Ferrin, Elvin Jones, Victor Bailey. Oltre a un intensa attività live con formazioni che spaziano dal jazz al pop, da ricordare la presenza nel cd “Electric city” pubblicato dagli Electric City per la Panastudio Productions, gruppo di cui è membro fondatore. Con il Thierry Valentini quartet (insieme a Thierry Valentini, Mauro Scardini, Alberto Delfini) ha ottenuto il primo premio nei concorsi Jazz di Mentana e Colleferro e si è esibito nei festival Along came jazz ’99 di Tivoli e Siena jazz ’99 con la partecipazione straordinaria di Paolo Fresu. Nel marzo 2000 è stato pubblicato per la MAP il cd “Ecch…!” del Fabrizio La Fauci 5tet . Nel 2002 ha pubblicato il secondo disco con la sua band Electric City dal titolo “Tambo” uscito per la Splasch records con la partecipazione di Gegè Telesforo, Giancarlo Ciminelli, Daniele Scannapieco, Mauro Scardini, Marco e Pietro Ciancaglini, Juan Carlos Albelo. Nel 2009 prende parte al progetto pop Nuvola9 con il disco “Ora” pubblicato da Terre Sommerse.

L’etichetta Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di quasi 300 produzioni di artisti italiani e stranieri. Distribuiti nei negozi in Italia e all’estero da IRD, i dischi Dodicilune possono essere acquistati anche online, ascoltati e scaricati sulle maggiori piattaforme del mondo grazie a Believe.

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