Saba Anglana, Paolo Pecere, Eliana Liotta, Mauro Covacich, Tommaso Ariemma e Giulia Netti per Agostiniani Libri

Da domenica 7 a mercoledì 10 luglio nel Chiostro degli Agostiniani in viale Michele De Pietro 10 a Lecce con la cantante, attrice e scrittrice Saba Anglana e il filosofo Paolo Pecere (domenica 7 – dalle 20:00), i docenti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce Tommaso Ariemma Giulia Netti e la giornalista Eliana Liotta (lunedì 8 – dalle 19:00), lo scrittore Mauro Covacich (mercoledì 10 – dalle 20:00) proseguono gli appuntamenti curati dall’associazione Diffondiamo idee di valore e dal festival Conversazioni sul futuro per la quarta edizione di Agostiniani Libri.  Nel corso dell’estate la rassegna letteraria del Comune di Lecce e della Biblioteca Ognibene,  in collaborazione con numerose librerie, case editrici e realtà del territorio, ospiterà la serata dedicata al Premio Strega, grazie alla sinergia con il festival Armonia. Narrazioni in terra d’OtrantoFrancesca GiannoneAntonio CapraricaMarcello IntronaChiara ValerioNicola GardiniSara Rattaro, Valentina TamborraVittorio ZinconeClaudia DurastantiGiacomo PapiDiletta HuyskesMarco PanaraFrancesca Maria BenvenutoMauro ScarpaNicola Neto e molte altre autrici e autori.  Nei prossimi giorni tutti i dettagli del programma. Ingresso libero. Info conversazionisulfuturo.it | bibliotecaognibene.it | 0832404612.

Domenica 7 luglio la serata, in collaborazione con Libreria Liberrima, si aprirà alle 20:00 con Saba Anglana. La cantante, attrice e scrittrice italiana di origine somala, intervistata dal regista e sceneggiatore Alessandro Valenti, presenterà il suo romanzo d’esordio “La signora Meraviglia”, uscito per la casa editrice Sellerio. Un esordio lirico e ironico tra memoir e saga familiare, la ricerca delle origini tra una Mogadiscio magica e un’Italia in trasformazione. Nelle sue pagine che si muovono tra il presente e la Storia tutto è nuovo, diverso, inaspettato: gli spettri esistono davvero, la frustrazione quotidiana si scioglie in risata, il dolore viene condiviso senza vergogna, la violenza del passato si può disinnescare, tramutandola in una energia inattesa. Alle 21:00, poi, appuntamento con Paolo Pecere, docente di Storia della filosofia all’Università di Roma Tre, che in dialogo con la giornalista Lara Gigante, parlerà del suo nuovo volume “Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra“, pubblicato sempre da Sellerio. Qual è oggi il vero senso della natura, quel sentimento che siamo chiamati a ritrovare o immaginare di nuovo? Potrebbe significare «amare chi non è come noi», oppure restare in silenzio e guardare il mondo attraverso occhi che non sono i nostri. O forse smettere di scrutare sempre e ossessivamente noi stessi. La scoperta di una cura del mondo, una nuova definizione dell’ecologia, quella «scienza magnifica che è diventata triste», hanno bisogno di una visione del futuro che immagini altri modi di percepire la natura, e di un recupero della nostra memoria biologica che ci faccia avvertire l’unione indissolubile, vivente, organica e inorganica di tutto ciò che esiste sulla Terra.

Lunedì 8 luglio alle 19:00 il Chiostro degli Agostiniani ospiterà la presentazione ufficiale del volume “Il sistema dell’arte contemporanea e l’industria culturale a Lecce” dei docenti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, Tommaso Ariemma (Estetica e di Sociologia dell’arteGiulia Netti (Fondamenti di Marketing Culturale), pubblicato da Milella Edizioni. Grazie a un vero e proprio esperimento di gruppo di lavoro finalizzato alla comprensione delle dinamiche socio-economiche dei fenomeni artistici non più vecchi degli ultimi dieci anni, gli autori si focalizzano sulla città di Lecce per verificare l’esistenza di un sistema dell’arte e in che modo sia proprio la città a beneficiare del fermento dell’arte contemporanea all’interno dei propri spazi. Alle 20:00, in collaborazione con Libreria Liberrima, dialogando con la giornalista Fabiana Salsi, la firma del Corriere della Sera e direttrice del mensile Benessere, Eliana Liotta, autrice di libri di successo tradotti in tutto il mondo e docente di Editoria scientifica, parlerà del suo nuovo saggio “La vita non è una corsa. Le quattro pause che fanno guadagnare salute e giovinezza” (La Nave di Teseo), scritto insieme agli specialisti dell’Università e dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il libro esplora come le pause naturali, mentali, sentimentali e personali possano ridurre il rischio di malattie, stimolare la creatività, migliorare la memoria e contribuire a una vita più serena e longeva.

Mercoledì 10 luglio alle 20:00, in collaborazione con Libreria Liberrima, lo scrittore Mauro Covacich, in dialogo con Maila Cavaliere, presenterà “Kafka” (La Nave di Teseo). “Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?” A partire da questo pensiero già definitivo, scritto in una lettera all’amico Oskar Pollak da un Franz Kafka appena ventenne, Mauro Covacich insegue lo scrittore praghese in un corpo a corpo tra vita e letteratura. Kafka scrive in una lingua che non era la sua, ma il tedesco dell’impero austro-ungarico imparato a scuola: “ogni lingua è un mondo. Se scegli quella di un altro, ti aggirerai tutta la vita per un mondo non tuo. E anche quando ti capiterà di rispecchiarti nelle vetrine, ti accorgerai che quel tizio riflesso non sei tu”. Questa estraneità rispetto alla vita, rispetto all’amore, rispetto al padre Hermann e alla famiglia, scolpisce la scrittura e l’immaginario con cui Kafka concepisce i suoi capolavori: La metamorfosi, Nella colonia penale, Il processo. Ma anche le pagine di diario in cui annota i sogni, i libri letti, le serate con gli amici e le visite ai bordelli; e proprio in un postribolo della Trieste teresiana, Franz potrebbe avere incontrato James Joyce. Il soggiorno triestino di Kafka rivive nell’indagine letteraria di Covacich, fino agli archivi delle Generali dove la grafia del praghese sembra seguire l’alienazione di un lavoro d’ufficio che non gli lasciava tempo per l’immaginazione. Con una prosa esatta – che unisce autobiografia e racconto – Covacich segue Kafka nel vento dell’est con la complicità con cui si guarda a un fratello, rincorre le inquietudini della mente di un genio che non avrebbe voluto essere letto, e che qui rivive “la certezza di non essere una chimera”.

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