Legato in origine all’avanguardia e al panafricanismo post-coltraniano, il progetto Kulu Sé Mama muove verso territori non ignari di un certo suono elettrico, protofusion, ma con un linguaggio influenzato dalla modernità. Spacejazz, ritmi dispari, traiettorie improvvise, animo prog. Mantiene in sé qualcosa di trascendente e un carattere di ritualità, un qualcosa di ancestrale. Kulu Sé Mama è un gruppo nel senso storico del termine, laddove l’unità di intenti corrisponde ad un suono coeso. Nato negli ultimi ’80 da un’idea di Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti (oggi rispettivamente direttore artistico e label manager della Dodicilune), Matteo Alemanno, Fabrizio M. Coppola e Gennaro Rogges, il gruppo è stato un cantiere di lavoro, un laboratorio di idee che ha ospitato musicisti come (in ordine più o meno cronologico) Filippo Preite, Patrizia Gorgoni, Daniele Bonazzi, Fausto Alimeni, Nando Mancarella, Gabriele Sebaste, Giampiero Perniola, Maurizio Ripa. E molti altri, sino alla sua formazione attuale, anche essa aperta e variabile. È stato tra i riferimenti del Fez, vero e proprio fenomeno culturale in Puglia nei primi anni ’90, animato da Nicola Conte e Maurizio Macrì. Dopo quasi trent’anni arriva il disco d’esordio.
La rassegna andrà avanti a ottobre con Massimo Donno (domenica 4), Les Trois Lézards (domenica 11), Emanuele Coluccia (domenica 18), Ciki Forchetti e Nitecity (domenica 25) e novembre con Marco Tuma (domenica 8), Vince Abbracciante trio(domenica 15), il recital “Oh! Dolci baci o languide carezze” con il tenore Raffaele Pastore e il pianista Ekland Hasa (domenica 22), Come le onde del mare – Dedicato a Gianmaria Testa con Massimo Donno, Serena Spedicato e Pierpaolo Lala.
Prenotazione obbligatoria.
Info 0832881300 – posia.it